Domenica 27 aprile, alle 17.00, il Vescovo di Como, cardinale Oscar Cantoni, presie in Cattedrale a Como il rito di consacrazione di Martina Peduzzi – 57 anni,della Comunità Pastorale Santa Madre Teresa di Calcutta, di Centro Valle Intelvi (Co) – nell’Ordo Virginum. «Non ero io che dovevo trovare Gesù. È Lui che ha trovato me». È questa frase di madre Teresa di Calcutta che campeggia sulla partecipazione in cui si annuncia la consacrazione, dove sul frontespizio, c’è un’altra frase, dal Cantico dei Cantici: «Mettimi come sigillo sul tuo cuore». La consacrazione nella verginità è una vocazione che appartiene alla storia della Chiesa fin dai tempi più antichi. «La vergine consacrata – riflette Martina – vive pienamente nel mondo, mantenendosi con il proprio lavoro e testimoniando la fede nella quotidianità. Il suo impegno è rivolto alla Chiesa diocesana e alla propria comunità pastorale. Questo legame profondo con Cristo le permette di camminare accanto agli uomini e alle donne di oggi, condividendone le speranze e le difficoltà». In Diocesi di Como l’Ordo Virginum esiste dal 1991: attualmente le consacrate sono 19.
“Accogliamo con grande gioia il Signore risorto, che in questa domenica della divina misericordia dona a tutti la sua Pace, come primo frutto della Pasqua. È la pace che Cristo dapprima ha offerto ai suoi discepoli impauriti, racchiusi nel cenacolo, poi in modo speciale, a Tommaso, che in precedenza aveva dubitato di Lui, ma che poi si ravvede, offrendo una grande testimonianza di fede e di amore: “Mio Signore e mio Dio”.
Di nuovo oggi il Signore Gesù si presenta in mezzo a noi e non si risparmia nei suoi doni, a tutti offre in abbondanza la sua pace e la gioia, nella misura della fede di ciascuno. Pace e gioia soprattutto a te, cara Martina, che oggi stabilisci con Cristo uno stretto legame sponsale e che accetti di amare il Signore con un vincolo nuovo, che conferma, vivifica e trasfigura il dono del tuo Battesimo.
Sei cresciuta in questi anni attraverso un cammino di comunione e di servizio all’interno della tua comunità parrocchiale, fino a maturare in te una donazione a Cristo mediante una intensa risposta di radicalità evangelica, del tutto libera, che si manifesta nella verginità consacrata.
In questa Chiesa madre tutta la nostra comunità cristiana è qui ampiamente rappresentata: da tante persone della tua Valle Intelvi, dai tuoi familiari ed amici, dai sacerdoti, diaconi e seminaristi, dal gruppo delle vergini consacrate al quale farai stabile riferimento. Tutti noi saremo testimoni del tuo santo proposito.
Pregheremo con te e per te, perché il Signore ti custodisca, così che l’amore per Lui e per la sua santa Sposa in te non si raffreddi mai, ma sia sempre alimentato dal dono vivificante dello Spirito Santo, che ci ringiovanisce continuamente.
Si, perché Cristo e la Chiesa sono inseparabili, essendo un unico corpo. Il tuo amore per Lui sarà autentico nella misura in cui saprai donarti alla Chiesa, accolta nella sua realtà santa, ma insieme ancora bisognosa di purificazione.
La pace che Cristo ti dona si esprime in una armonia di relazioni che saprai pazientemente continuare a costruire, e quindi la tua missione consisterà nella capacità di tessere profondi, significativi legami.
Sii una persona disarmata nelle parole, negli occhi e nel cuore per poter liberare la pace, di cui oggi c’è tanto bisogno. Per essere costruttori di pace occorrono parole sagge e piene di mitezza, insieme a gesti coraggiosi e rassicuranti.
Attraverso il dono della verginità consacrata sii come Dio, che ama tutti, accoglie tutti, perdona tutti, va da tutti e quindi diventa una donna attraverso cui il Signore Gesù possa rivelare la compassione e la misericordia, la tenerezza e la sua bontà.
E noi tutti insieme preghiamo perché la vita di Martina, interamente donata a Cristo e alla sua Chiesa, attraverso comunità cristiane operose e quindi attraenti, sia stimata e seguita da altre giovani vite, disposte a condividere la sequela Christi attraverso la verginità consacrata, scelta che dà pienezza di senso, perché permette a Cristo di rivelarsi come unica speranza del mondo”. Oscar card. CANTONI