La croce del Tresero un ponte tra generazioni, fede e passione alpina

Molta emozione e un tuffo nella memoria.  Per celebrare il sessantesimo della posa della Croce sul Tresero, il Club Alpino Italiano di Figino Serenza con il sindaco Stefano Tomaselli si sono recati sulla vetta dove, dopo la scalata, don Riccardo Borgonovo ha officiato la Santa Messa.  “Sono molto legato alla Croce sul Tresero – le parole di Tomaselli in una nota- grazie a mio padre Carlo ho conosciuto la montagna, è stato lui a trasmettermi la passione per le cime e ciò che porta con sè il significato di un’ascensione, del beato Contardo Ferrini è una frase che ben esplica il significato, sui monti si impara a vincere, negli ostacoli  della natura, le difficoltà della vita”. Il suo primo incontro con il Tresero risale a quando aveva sei anni, portato dal padre. “Da allora – prosegue – ho potuto vivere di persona il significato  che quella croce rappresenta, un simbolo che unisce fede e amore per la montagna, e così è stato naturale prendersi a cuore quel simbolo che è stato per me un passaggio di testimone così come lo è stato per mio padre da parte di mio nonno Cornelio”.   Realizzata nelle officine Camar e nella bottega di Giancarlo Savioni, la Croce fu piantata nel 1965 e, prosegue il primo cittadino,  “ha unito e legato in maniera indissolubile diverse generazioni e, direi, una comunità intera, è la prova concreta che quando uomini e montagne si incontrano, grandi cose accadono”.    La Croce si è fatta quindi negli anni non soltanto elemento di vitalità religiosa, ma anche simbolo identitario di un’intera comunità. “Auspico – osserva ancora il sindaco con riferimento all’avvenuta cerimonia – che possa diventare un’occasione per rivivere e trasmettere alle nuove generazioni tutti quei valori che in passato hanno spinto i nostri nonni e i nostri padri nella realizzazione di quella Croce che parla di fede, coraggio e unione”.

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