Nella prestigiosa cornice della Sala Bassetti della Pinacoteca di Brera si è svolta oggi, mercoledì 11 Giugno, la presentazione ufficiale del progetto “Ri-conoscere le Bronchiettasie”, iniziativa promossa da AIB – Associazione Italiana Bronchiectasie. Durante l’evento è stato presentato il primo Libro Bianco dedicato a questa patologia e annunciato il primo Congresso Nazionale sulla bronchiettasia, in programma il 13 e 14 Giugno presso il Chiostro di San Barnaba, a Milano.
All’incontro erano presenti figure di primo piano nel panorama medico-scientifico italiano: Donatella Nobile, presidente di AIB (Associaizone Italiana di Bronchettasie( , Prof. Francesco Blasi, preside della Facoltà di Medicina dell’Università degli Studi di Milano, Prof. Stefano Aliberti, ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio presso Humanitas, Dott. Ahmad Kantar, responsabile dell’Unità Operativa di Pediatria e del Centro Diagnosi e Cura dell’Asma e della Tosse del Policlinico di Ponte San Pietro (Bergamo). A moderare l’incontro la giornalista scientifica Michele Vuga, da sempre impegnata nella divulgazione medico-sanitaria.
La bronchiettasia è una malattia respiratoria cronica ancora poco conosciuta, ma che si stima colpisca in Italia circa 300.000 persone – una cifra ritenuta sottostimata dagli esperti. L’obiettivo dell’AIB, nata proprio dalla rete di pazienti colpiti dalla malattia, è duplice: diffondere consapevolezza e promuovere la creazione di una rete clinica nazionale per una diagnosi e una gestione più efficaci.
Il Libro Bianco rappresenta un passo fondamentale in questa direzione: raccoglie dati, testimonianze e contributi scientifici da parte dei maggiori specialisti italiani, e costituirà una base solida per orientare le politiche sanitarie e potenziare la presa in carico del paziente bronchiettasico.
Il Congresso Nazionale, previsto tra pochi giorni a Milano, sarà un momento di confronto tra esperti, centri specialistici e associazioni di pazienti, con l’obiettivo di rafforzare la rete di cura, condividere buone pratiche cliniche e migliorare gli strumenti diagnostici e terapeutici.
Un’iniziativa che mette finalmente sotto i riflettori una patologia silenziosa, ma impattante, e che segna un importante passo avanti nella costruzione di una medicina più informata, integrata e vicina al paziente.